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Val Demone, la ‘valle divina’ della Sicilia

L’esteso territorio della Sicilia nord-orientale è storicamente indicato come Val Demone, che significa ‘valle divina’.

L’area è suddivisibile in tre fasce territoriali distinte e complementari.

Fascia costiera nord-orientale

Una lunga spiaggia ritmicamente intervallata da foci di torrenti e promontori rocciosi, i cui paesaggi marittimi sono trai più celebri al mondo.

Fascia intermedia del vallo

Si susseguono dei rilievi montuosi caratterizzati da una ricca vegetazione. La fauna è è annoverata per la presenza di cerbiatti, dal cui nome greco (nebros) traggono riferimento i Monti Nebrodi.

Rilievi

Non superano i 2000 metri di altitudine e presentano spazi incontaminati caratterizzati da una fitta macchia mediterranea, un paesaggio che va a distaccarsi dalla tradizionale idea della Sicilia quale terra di sole e mare.

La costa tirrenica

Lungo la costa tirrenica si susseguono alcuni insediamenti caratterizzati da un significativo passato storico, come ad esempio Milazzo, il cui paesaggio è dominato dagli imponenti bastioni dell’omonimo Castello, posto sulla sommità a sud di capo Milazzo. A poca distanza, dentro le mura del centro abitato, si trova un antico e imponente duomo.

Proseguendo verso ovest troviamo Tindari, situata su un promontorio dei monti Nebrodi a 268 metri sul livello del mare. La città presenta un’area archeologica di notevole interesse, come un antiquarium che raccoglie una collezione di statue greche e romane.

La località è oggi meta di pellegrinaggi religiosi presso il santuario della Madonna del Tindari, eretto in onore della statua bizantina della Madonna nera e legato a varie tradizioni folcloristiche.

Continuando a procedere lungo la costa verso occidente, si incontra il centro turistico e commerciale di Capo d’Orlando, la cui città si dice essere stata battezzata dal nome dell’ufficiale di Carlo Magno, Orlando, che vi fece sosta durante una crociata in Terra santa.

Qui, presso la pinacoteca comunale, si svolge annualmente “Vita e paesaggi di Capo d’Orlando”, mostra di pittura in cui artisti italiani e stranieri realizzano sul momento le proprie opere.

Procedendo verso la provincia di Palermo, si incontrano in seguito il comune nebrodense di S. Agata di Militello e S. Stefano di Camastra, centro noto per la produzione di ceramiche.

Si incontra poi Castel di Tusa, affascinante cittadina medievale dove è possibile ammirare tutt’oggi i resti dell’omonimo parco archeologico.

Tra Tusa e Palermo sorge il paese di Cefalù, il cui nome antico (Kephaloidion, ‘capo’) faceva riferimento alla roccia a forma di testa che sovrasta la città. La piazza principale, piazza del Duomo, è contornata dalla maestosa facciata della cattedrale e dal promontorio roccioso che domina la città. I siti cittadini più interessanti sono certamente il palazzo Ostero Magno, il palazzo di Atenasio Martino e il lavatoio medievale, citato da Boccaccio stesso nell’opera “Il libro dei monti e dei fiumi del mondo”.

In tal vallo, due dei quattro Parchi Regionali istituiti dalla regione Sicilia custodiscono la maggiore ricchezza naturalistica dell’isola.

Il Parco Regionale delle Madonie presenta i rilievi montuosi più alti della Sicilia, 15 comuni e centri agricoli oltre alla metà delle specie vegetali siciliane.

Il Parco Regionale dei Nebrodi salvaguarda un patrimonio artistico, forestale e storico tra i più significativi del Pianeta e si distanzia dal tipico paesaggio siciliano, ospitando vaste distese boschive che variano dalla macchia mediterranea della zona costiera ai querceti e ai faggeti delle zone maggiormente elevate.

Catania

All’estremità sud orientale del vallo, ai piedi del monte Etna, sorge la città di Catania. Essa è il centro dell’area metropolitana dell’isola. Antica colonia calcidese, vide susseguirsi varie dominazioni che ne arricchirono il patrimonio e che gli vale un posto tra i siti dell’UNESCO.

Il centro monumentale della città si raccoglie intorno a piazza del Duomo, presentata da Giovan Battista Vaccani.

Al centro della piazza antistante svetta la scultura della fontana dell’Elefante. Realizzato in pietra lavica, l’elefante sorregge un obelisco egizio in granito. L’animale simboleggia la città, in quanto secondo una leggenda esso la liberò dalle fiere che la minacciavano e dai pericoli dell’Etna.

Sulla piazza si affacciano inoltre il palazzo municipale, anche detto “degli elefanti” e la porta Uzeda. Quest’ultima fu costruita in omaggio a Paceco de Uzeda, che promosse la ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693.

Lo stile barocco della città è  particolarmente notabile in via dei Crociferi, grazie ai magnifici edifici che si affacciano. Qui si trovano il Museo Belliniano e i resti in pietra lavica di un Teatro Romano, con un capienza di circa 7000 posti.

Il centro storico viene tagliato in due da via Etna, costeggiata da eleganti palazzi e negozi alla moda.

In città, via S. Anna al civico 8, si trova la casa di Giovanni Verga, nel palazzo in cui visse fin dall’infanzia e che raccoglie tutti i suoi oggetti, mobili e ritratti.

A sud della città troviamo invece il castello Ursino, che ospita il museo civico.

La provincia di Catania

Lasciando la città di Catania, appena a nord è possibile trovare la riviera dei Ciclopi. Qui, secondo i racconti omerici, Ulisse incontrò Polifermo.

Sul lungomare si incontra poi la cittadina di Aci Castello, a cui segue poi Aci Trezza, grazioso porticciolo immortalato da Giovanni Verga nel romanzo “I Malavoglia”. Di fronte al paese si stagliano i celebri faraglioni dei Ciclopi, oggi riserva naturale, le tre rocce basaltiche che Polifemo avrebbe lanciato contro le navi di Ulisse, in fuga dopo averlo accecato.

Percorrendo verso nord, si incontra il borgo marinaro di Acireale. La cittadina è nota per gli stabilimenti di cura alimentati dalle sorgenti termali vulcaniche e al suo storico Carnevale, originario del Cinquecento, considerato tra i più spettacolari d’Italia.

Il vulcano Etna

Il paesaggio a nord di Catania è dominato dall’Etna, uno dei vulcani più grandi d’Europa, elencato come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. La zona attira senza sosta escursionisti e appassionati di spettacoli naturali, interessati alle suggestive manifestazioni eruttive che hanno luogo quasi ininterrottamente. I vari movimenti dell vulcano hanno ripetutamente modificato l’aspetto del rilievo, con la formazione  di nuove bocche eruttivee il sorgere di coni secondari. La maestosità dell’Etna l’hanno reso spesso oggetto di miti e leggende e intorno ad esso si sono sviluppate culture e centri abitati, costantemente minacciati dalle eruzioni.

Fino a un’altitudine di 500 metri, il pedemonte etneo è contrassegnato da risorgive, insediamenti e coltivazioni di agrumenti. Salendo, gli abitanti cominciano a scarseggiare e la cultura principale diventa quella della vitivinicola. Nella fascia altimetrica compresa tra i 500 e 1300 metri, si trova una vegetazione arborea con betulle, faggi, larici, pini, castagni e querce. Tra i 1000 e i 2000 metri è possibile osservare i tanti coni avventizi, dove viene registrata la più intensa attività vulcanica. A questo punto le specie arboree lasciano spazio agli arbusti e radi pascoli. Attorno ai 2900 metri si apre un brullo altopiano, dominato dal cratere terminale al centro, mentre sul lato est si trova l’ampia conca della Valle del Bove, uno dei condotti principali delle colate laviche.

A nord sorge Taormina, sulle pendici del Monte Tauro. Il particolare paesaggio, affacciato alla costa ionica e sovrastata dall’Etna, il microclima mite e il suo patrimonio storico e culturale ne fanno una mete turistiche più apprezzate.

Il principale elemento artistico è senza dubbio il Teatro Greco, la cui cavea (109 metri di diametro) e la scena sono state ricavate da una cavità naturale del colle. Ancora oggi il teatro è agibile e ospita la cerimonia di consegnia del Davidi di Donatello.

Da piazza Vittorio Emanuele II si dirama corso Umberto I, che offre caffè e botteghe di lusso.

Andando a sud di Taormina è possibile trovata una rinomata località balneare, contraddistinta per le rovine di Naxos, la più antica colonia Greca in Sicilia. Gli scavi hanno riportato alla luce le antiche mura, porte, una torre, un santuario e un tempio di Afrodite.

Proseguendo verso Messina possiamo trovare Forza d’Agro, un borgo medievale sovrastato dal rudere di un castello trecentesco, famoso per essere l’ambientazione del film “il Padrino”.

Messina

Vicino alla punta nord-orientale dell’isola, si trova la città di Messina, affacciata sullo stretto omonimo.

Sorta in una zona a elevato rischio sismico, Messina è stata soggetta a numerosi terremoti, tra cui quello del 1783, che rase la città al suolo, o il più catastrofico maremoto del 1908. Messina però appare oggi moderna, ricostruita con parametri antisismici e si presenta ancora come una città d’arte di rilievo. Nonostante alcuni resti del suo passato siano stati cancellati, alcune sono sopravvissute, come ad esempio la Fontana d’Orione, che fu realizzata nel 1547 per celebrare la costruzione del primo acquedotto cittadino.

Il Museo Regionale ospita invece una consistente collezione, comprendente opere risalenti al periodo normanno, del Quattrocento e del Cinquecento, monumenti funerari e arte decorativa moderna.

Tra gli edifici di pregevole fattura si annovera la Chiesa di San Francesco d’Assisi, che continua a mantenere il suo aspetto duecentesco nonostante i numerosi restauri.

By SicilybySicily

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